Altvelox denuncia il Sindaco di Treviso: opacità e violazioni reiterate nei controlli stradali.
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L’Associazione Altvelox - Tutela Utenti della Strada ha presentato denuncia querela nei confronti del Sindaco pro tempore di Treviso, Mario Conte, per la mancata consegna di documenti richiesti tramite formale accesso agli atti, riguardanti l'acquisto e l'installazione di autovelox sulla tangenziale di Treviso.

I dispositivi, installati dal Comune di Treviso, sono tutti privi di regolare omologazione, come previsto dalle normative vigenti in materia di controllo elettronico della velocità. Nonostante ciò, attraverso questi strumenti sono state elevate sanzioni per un ammontare complessivo di circa 8 milioni di euro tra il 2021 e il 2023 e attendiamo i dati 2024.
L'ACQUISTO DEGLI AUTOVELOX

Lo scorso 16.03.2025 il Corriere del Veneto scriveva che: "Il Comune di Treviso si compra gli autovelox in tangenziale e ora si oppone ai ricorsi dei multati. Con una spesa di 24 mila euro, inserita nella variazione di bilancio approvata nell’ultimo consiglio comunale, Ca’ Sugana dal mese di marzo diventa ufficialmente proprietaria dei due dispositivi Autosc@nSpeed posizionati al Km 59 + 281 e al km 59,030 della regionale 53. Malgrado siano ben segnalati i dispositivi continuano a mietere vittime: ogni anno i veicoli pizzicati oltre il limite di 90 km/h sono tra i 40 e i 50 mila. Grazie alle sanzioni per eccesso di velocità (al netto delle migliaia di multe non incassate) entrano annualmente nelle casse del Comune di Treviso oltre 2 milioni di euro.Moneta sonante: oltre alla loro funzione primaria, che consiste nel garantire un efficace deterrente per gli automobilisti più indisciplinati e quindi a tutelare la sicurezza stradale, gli Autosc@nSpeed commercializzati dal Gruppo Maggioli rappresentano anche un investimento economico particolarmente redditizio (fatto che vale per qualsiasi strumentazione per il controllo automatico delle infrazioni, fotored compresi). La tangenziale di Treviso dal 2017 era presidiata con altri occhi elettronici (i Velocar Reed& Speed) e nel settembre 2023 era iniziata la sperimentazione dei loro nuovi sostituti. Il noleggio per 18 mesi è costato complessivamente attorno ai 70 mila euro. L’amministrazione ha deciso di acquistarli e questo testimonia la convinzione di Ca’ Sugana sulla loro validità. A differenza di tante altre amministrazioni che li hanno precauzionalmente spenti, Treviso ha scelto di tirare dritto, malgrado le feroci polemiche e i tanti contenziosi legati alla presunta illegittimità di questi strumenti. Avvocati e giudici negli ultimi tempi si sono trovati più volte ad argomentare in punta di diritto attorno al fatto che si tratti di strumenti «approvati» dal Ministero ma non «omologati».
FRODE NELLE PUBBLICHE FORNITURE
La sentenza n. 10365/2025 della Corte di Cassazione, Sezione V Penale, depositata il 14 marzo 2025, affronta una significativa questione relativa al reato di frode nelle pubbliche forniture, disciplinato dall'art. 356 del Codice Penale. Nel caso in esame, un'azienda è stata condannata per aver fornito dispositivi autovelox privi della necessaria approvazione completa ed omologazione, elemento essenziale per la loro conformità e funzionalità.
Questo difetto ha portato al sequestro preventivo dei dispositivi, in quanto la loro fornitura è stata considerata una condotta dolosa, idonea a integrare il reato di frode nelle pubbliche forniture.

La decisione della Cassazione si inserisce in un orientamento giurisprudenziale consolidato, secondo cui la frode nelle pubbliche forniture non si configura solo con un inadempimento doloso del contratto, ma richiede una condotta caratterizzata da malafede contrattuale. In particolare, è necessaria la presenza di un espediente malizioso o ingannevole che faccia apparire l'esecuzione del contratto conforme agli obblighi assunti, anche in assenza di artifici o raggiri tipici del reato di truffa.
In questo contesto, la Corte ha sottolineato che la fornitura di apparecchiature presentate come conformi, ma in realtà non funzionali all'obiettivo istituzionale perseguito dalla pubblica amministrazione, costituisce una condotta dissimulatrice che integra il reato di frode nelle pubbliche forniture. La sentenza n. 10365/2025 rappresenta un importante precedente in materia di responsabilità penale delle imprese fornitrici della pubblica amministrazione, evidenziando l'importanza della trasparenza e della conformità nelle forniture pubbliche.
ACCESSO AGLI ATTI
A seguito di questa notizia il 17.03.2025 abbiamo inviato al Sindaco di Treviso una richiesta formale di accesso agli atti chiedendo una serie di documenti tra cui:
Delibere di Giunta e Consiglio Comunale di Treviso che hanno approvato l'acquisto dei rilevatori elettronici in questione indicandone, marca modello, matricola, punto di installazione fissa o specificando se mobile.
Copia della prima e ultima gara d’appalto per l’acquisizione presso ente pubblico, unitamente al documento di aggiudicazione (completo) degli strumenti elettronici in questione.
ll diritto di accesso agli atti amministrativi rappresenta una delle principali garanzie di trasparenza e correttezza dell'azione amministrativa, ed è disciplinato dalla legge n. 241 del 1990. Quando un cittadino o un soggetto interessato presenta una richiesta di accesso, l’amministrazione pubblica ha l’obbligo di esaminarla con attenzione e di fornire una risposta motivata entro termini ben precisi, generalmente fissati in trenta giorni.
La risposta dell’amministrazione deve essere chiara ed esaustiva. Il mancato rispetto di questi obblighi non è privo di conseguenze. L’omessa risposta, il diniego illegittimo o il ritardo ingiustificato nell’evasione dell’istanza costituiscono violazione dei principi di trasparenza e buon andamento sanciti dalla Costituzione e dalla normativa amministrativa. In definitiva, il diritto di accesso agli atti non si esaurisce nella semplice disponibilità formale dei documenti: comporta un vero e proprio obbligo giuridico per l’amministrazione di collaborare con trasparenza e correttezza, a garanzia della partecipazione, del controllo diffuso sull'operato pubblico e della tutela dei diritti dei cittadini.
LA DENUNCIA QUERELA

Il Sindaco pro tempore di Treviso, non ha risposto al nostro accesso ed ha cosi omesso di consegnare la documentazione richiesta, negando la trasparenza su un tema di forte impatto economico e sociale per la cittadinanza.
Tale comportamento costituisce non solo una grave violazione dei principi di legalità e trasparenza, ma anche un possibile abuso ai danni dei cittadini, che hanno il diritto di sapere se le multe ricevute sono state comminate nel rispetto delle regole.
Per tali motivi ed anche in considerazione del fatto che continuano a fioccare multe illegali puntualmente annullate dai Giudici di Pace che condannano il comune di Treviso al risarcimento delle spese di giustizia, abbiamo formalizzato denuncia querela in capo al Sindaco pro tempore di Treviso - Mario Conte e Dirigente della Polizia Locale Patrich Antonello, trasmettendo il fascicolo alla Procura Generale di Venezia, alla Corte dei Conti e alla Suprema Corte di Cassazione.
La nostra azione vuole tutelare tutti coloro che ogni giorno percorrono le strade del nostro territorio, esigendo chiarezza su strumenti che, se irregolari, possono trasformarsi da mezzi di sicurezza in mere fonti di lucro illecito. Altvelox continuerà a vigilare, promuovendo ogni iniziativa necessaria per ripristinare la legalità, tutelare i diritti degli utenti della strada e fermare ogni abuso.
Non ci fermeremo finché la verità non verrà a galla.
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