La ha stabilito la Corte Costituzionale con la sentenza n. 52 depositata il 28 marzo 2024, richiamando la decisione presa con riferimento alla circolazione del veicolo sottoposto a fermo amministrativo. Una prima risposta alle nuove norme del codice della strada che prevedono un asprimento delle violazioni sulla sospensione della patente.
E' passata quasi inosservata, ma i più attenti non si sono fatti sfuggire questa importantissima sentenza della Corte Costituzionale che rende incostituzionale il ritiro della patente nel caso si venga fermati alla guida di un veicolo già sottoposto a fermo amministrativo o sequestro.
E' infatti è sproporzionata la sanzione amministrativa accessoria della revoca automatica della patente nei confronti del custode del mezzo che vi circoli abusivamente o comunque consenta ad altri di circolarvi.
La Consulta, accogliendo il ricorso del giudice di pace di Forlì, ha così dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 214, comma 8, del “Nuovo codice della strada” (Dlgs 285/1992), modificato dal cd. “DL Sicurezza Salvini” (DL 113/2018, art. 23-bis co. 1, lettera b)) nella parte in cui dispone che «Si applicano le sanzioni amministrative accessorie della revoca della patente e della confisca del veicolo», anziché «Può essere applicata la sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente e si applica la sanzione amministrativa accessoria della confisca del veicolo».
La Corte costituzionale ribadisce le conclusioni già raggiunte con riferimento all’articolo 213, comma 8, Codice della strada. “La norma oggetto del presente giudizio – spiega la decisione - presenta gli stessi vizi di quella relativa al veicolo sequestrato, imponendo in modo rigido la revoca della patente del custode e impedendo di valutare, da un lato, la gravità della violazione dei doveri di custodia nel caso specifico e, dall’altro lato, le ripercussioni che la revoca della patente ha sulla vita del custode”. Inoltre, anche in questo caso si può osservare che «l’effettività della custodia del veicolo costituisce il bene giuridico protetto […] mentre rimane in ombra l’esigenza di sicurezza della circolazione stradale». La revoca della patente, ricorda la Corte, è stata infatti ritenuta legittima come conseguenza automatica di una violazione in caso di serio pericolo per la circolazione.
In conclusione, la Consulta ha stabilito che la sanzione accessoria della revoca della patente del custode che abbia posto in circolazione il veicolo sequestrato, a lui affidato, «non può essere automatica conseguenza accessoria della sanzione principale, dovendo consentirsi all’autorità amministrativa preposta di valutare le complessive circostanze del caso concreto, affinché tale sanzione non risulti essere sproporzionata». Ha pertanto sancito la parziale illegittimità dell’art.213, comma 8, del Codice della strada (“Misura cautelare del sequestro e sanzione accessoria della confisca amministrativa»), nella parte in cui dispone l’automatismo della revoca della patente di guida.
Il Ministero dell’Interno (circolare n.2022/1587) ha successivamente fornito alcune indicazioni per orientare l’esercizio della discrezionalità, come la verifica del comportamento concreto del trasgressore nominato custode del veicolo o del proprietario nominato custode che abbia agevolato il fatto del trasgressore, controllando ad esempio se ci sia stato cioè pericolo per l’incolumità e la sicurezza pubblica (nel qual caso la revoca della patente non sarebbe sproporzionata).
La circolare del ministero conclude richiamando l’attenzione sulla circostanza che la Corte Costituzionale è intervenuta soltanto sull’art. 213, comma 8 e non anche sull’art. 214, comma 8 – che tratta del fermo amministrativo del veicolo – con la conseguenza che in caso di violazione di quest’ultimo articolo è prevista la revoca “automatica” della patente di guida per colui che ha assunto la custodia di un veicolo sottoposta alla sanzione accessoria del fermo amministrativo, senza alcuna discrezionalità da parte delle Prefetture. Una disparità di trattamento che probabilmente dovrà essere in futuro esaminata dalla Consulta.
Un segnale questo della Corte Costituzionale, che potrebbe inficiare anche alcune regole del nuovo codice della strada, che ricordiamo sono state inviate al Senato qualche giorno fa. Infatti con il nuovo codice, sono state inasprite alcune norme sopratutto sull'utilizzo di alcool e droghe che potrebbero fare revocare la patente anche se l'assunzione è riferita a giorni prima del controllo, questione delicata che, alla pari di quella qui affrontata, renderebbe sproporzionata la sospensione della patente visto che il pericolo sarebbe già passato. Vedremo.
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