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Immagine del redattoreAltvelox Servizi

Provincia di Padova: "Il Ministero non ci ha mai dato le direttive per i Piani del Traffico".

Abbiamo chiesto alla Provincia di Padova ed in particolare al suo Consigliere con delega alla mobilità, nonchè Sindaco della famigerata Cadoneghe, Marco Schiesaro, di fornirci copia integrale del Piano del Traffico per la viabilità extraurbana e finalmente dopo mesi abbiamo scoperto che non lo hanno mai predisposto. Scoprite il perchè in questo articolo.

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Padova - Prato della Valle

Padova è una delle Province più belle del Veneto, per l'Encilopedia Treccani, si estende a ovest della Laguna veneta, a 12 m s.l.m., sul fiume Bacchiglione, è un centro di antica origine, vivace per traffici e attività agricole, sia per la sua posizione tra il Brenta e il Bacchiglione, sia per la vicinanza a Venezia. La posizione di confine tra le popolazioni romane e quelle galliche contribuì allo sviluppo di Padova come grande centro fortificato romano. Nel Medioevo passò dalla solita topografia quadrata delle città romane alla topografia irregolare e bizzarra imposta dai vecchi alvei abbandonati dal Brenta e dai numerosi canali scavati a scopo di drenaggio o di comunicazione. Crescendo intanto gli abitanti, la cerchia delle sue mura si spostò più volte e, quando P. cadde sotto Venezia (1405), ebbe nuovi ampliamenti. Nel 20° sec. P. ha subito in tutti i suoi quartieri grandi trasformazioni edilizie (anche in seguito agli eventi bellici) e innovazioni e ristrutturazioni funzionali: interessanti soprattutto i quartieri dell’Arcella, del Campo di Marte e del cosiddetto Bassanello. Al rapido sviluppo dell’Arcella e del quartiere Città Giardino, realizzati nell’immediato Secondo dopoguerra, fa riscontro un’espansione della città in tutte le direzioni.


Ma se Padova e la sua Provincia sono un fiore all'occhiello turistico per il Veneto e per tutto il Paese Italia, non lo sono altrettanto per l'attenzione messa nella sicurezza stradale.

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Il Sindaco di Cadoneghe - Marco Schiesaro

La questione è oramai trita e ritrita, ci riferiamo ai due "autovelox killer" di Cadoneghe (PD), che hanno emesso tra giugno e agosto 2023 circa 65.000 sanzioni, multe che però oggi il Sindaco Marco Schiesaro (in foto), è stato costretto a restituire ai cittadini (in autotutela), anche per merito del nostro pressante intervento che ha aiutato a fare emergere la realtà dei fatti e quindi la illegittimità di tutta "l'operazione sicurezza" messa in piedi nel piccolo comune padovano.


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Risposta Provincia Padova

La nostra Associazione MIGLIORE TUTELA - ALTVELOX di Belluno, che ricordiamo essere la struttura periferica a cui sono demandate tutte le questioni riferite ai rilevatori elettronici delle velocità, ha formalmente richiesto alla Provincia di Padova, proprio perche il Sindaco Schiesaro risulta ancora oggi delegato alla sicurezza stradale, una serie di documenti tra cui il "PIANO URBANO DEL TRAFFICO PER LA VIABILITA' EXTRAURBANA" atto obbligatorio per tutte le Province Italiane dal lontano 1993 e come dispone l'articolo 36 comma 3 del Codice della Strada.


La Provincia di Padova ha risposto a firma dell'Ing. Marco PETTENE scrivendoci testualmente che: "A riscontro della Vostra richiesta di accesso atti di cui all'oggetto si comunica che, in assenza dell'emanazione delle necessarie direttive ministeriali previste dall'art. 36, comma 6, del D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285, la Provincia non dispone dello strumento di pianificazione relativo alla viabilità extraurbana da Voi richiesto. Si informa che sono stati in ogni caso adottati altri strumenti programmatori, reperibili sul sito www.provincia.padova.it, quali il "Piano provinciale della viabilità", i Regolamenti provinciali OSAP (rif. Nr. 95, Nr. 18 e Nr. 84) e le "Linee guida per progettazione e verifica intersezioni a rotatorie" - (vedi foto sopra).


Secondo l'Ing. PETTENE quindi, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, non avrebbe mai emanato le direttive per redigere questi piani di sicurezza stradale, ma a noi risulta una cosa diversa. Per questo oggi abbiamo inviato una risposta formale alla stessa Provinvia di Padova, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Ministero dell'Interno, coinvolgendo la Regione del Veneto, Enti che sin dal 1993 come risulta da documenti emanati, hanno predisposto da subito le linee guida affinchè gli Enti Perifiderici predisponessero correttamente i Piani in questioni.

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Ministero Infrasttutture e Trasporti

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, lo scorso 07/08/2023 con nota n.0017914 aveva già risposto a nostro quesito sul tema in questo modo: "Con riferimento alla nota di codesta Associazione, inviata con PEC del 03/08/2023, si comunica, relativamente al quesito n.1 della nota in parola, che l’art. 36 del Codice della strada recante “Piani urbani del traffico e piani del traffico per la viabilità extraurbana” non ha subito modificazioni ed è pertanto tuttora in vigore nella sua formulazione originaria. - Per quanto attiene agli altri quesiti posti con la nota di codesta Associazione, si rappresenta che non è pervenuta a questo Dicastero alcuna segnalazione di inadempienza da parte dei Prefetti competenti per territorio".

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Luca Zaia Presidente Regione Veneto

Risulta poi, che stessa la Regione del Veneto in materia di sicurezza stradale, ha redatto un'unica deliberazione regionale n.3111 nel lontano 06/06/1993, avente come oggetto: "Nuovo codice della strada - Piani urbani del traffico" con la quale aveva indicato i comuni del Veneto, oggi alcuni persino non più esistenti, che dovevano dotarsi del PUT. Tra questi, nella Provincia di Padova, risultano Abano Terme, Albignasego, Cittadella, Este, Monselice, Montegrotto, Padova, Piove di Sacco, Selvazzano, Vigonza. E' quindi evidente che già dal 1993 la Regione Veneto, seppur con un documento oggi preistorico e inutile, aveva diramato l'incarico alla P.A. venete di predisporre i piani di sicurezza stradali comunali e di conseguenza quelli extraurbani con il coinvolgimento delle Province e degli Enti Gestori delle Strade ANAS SPA e VENETO STRADE SPA.


Ma le direttive a differenza di quanto sostenuto sono numerose, vediamole assieme:

  1. Ministero dei Lavori Pubblici, oggi MIT, il 12/04/1995 prima Direttiva sul tema avente per oggetto: "DIRETTIVE PER LA REDAZIONE, ADOZIONE ED ATTUAZIONE DEI PIANI URBANI DEL TRAFFICO (ART.36 DEL DECRETO LEGISLATIVO 30-4-1992, N.285. NUOVO CODICE DELLA STRADA).

  2. Ministero dei Lavori Pubblici, oggi MIT il 02/12/1997 seconda Direttiva n. 6372/97 avente per oggetto: "Precisazioni sugli aspetti procedurali relativi alla redazione e all'adozione del Piano Generale del Traffico Urbano delle aree metropolitane e delle conurbazioni".

  3. Ministero dei Lavori Pubblici, oggi MIT il 08/06/2001 altre due Direttive n. 3698 e n. 3699 con allegati documenti corposi esplicativi di 70 pagine, aventi per oggetto: "Linee guida per le analisi di sicurezza delle strade".

  4. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti marzo 2002, ha pubblicato e diramato la Direttiva avente oggetto: "Piano Nazionale della Sicurezza Stradale azioni prioritarie - allegati tecnici" con il quale ribadiva l'importanza, qualora ve ne fosse stato bisogno, della obbligatorietà dei piani urbani ed extraurbani del traffico.

  5. Regione del Veneto - Direzione Infrastrutture e Trasporto, settembre 2003 ha incaricato l'Università degli studi di Padova di redigere e pubblicare un vademecum dal titolo: "LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀ" a cura del Dr. Luca Della Lucia e Dr. Riccardo Rossi.

  6. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in data 04/08/2017 ha emanato il Decreto pari data avente per oggetto: "Individuazione delle linee guida per i piani urbani di mobilita' sostenibile, ai sensi dell'articolo 3, comma 7, del decreto legislativo 16 dicembre 2016, n. 257. (17A06675)".

  7. Sempre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato il 27/09/2022 il un documento essenziale con oggetto: "VADEMECUM PER LA REDAZIONE DEL PIANO URBANO DI MOBILITÀ SOSTENIBILE". Tale documento spiega chiaramente tutte le direttive e le linee guida per la redazione dei PUMS, documenti obbligatori sulla mobilità e sicurezza stradale successivi al Piano Urbano del Traffico e Piano del Traffico per la mobilità extraurbana. Documento non consegnato perche mai predisposto dalla Provincia di Padova.

  8. Addirittura il Prefetto di Treviso su nostra sollecitazione, lo scorso 31/10/2023 con nota n. 83142 ha scritto testualmente alla Provincia di Treviso: "...Tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 36 C.d.S., si prega di volere confermare l'avvenuta adozione dei Piani in argomento ....".

Scrive il Ministero delle Infrasttutture e dei Trasporti: "La tutela della vita e della salute umana sulle strade, in due parole la tutela della “sicurezza stradale” è uno degli obiettivi fondamentali che ogni società civile deve porsi. Al Ministero dei lavori pubblici e per esso all’Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale spetta, in virtù dell’art. 35 del Nuovo Codice della strada (poi modificato dall'articolo 36), il compito di coordinare e di supportare gli Enti proprietari di strade del loro ruolo di gestori della rete di propria competenza e di tutori della sicurezza della circolazione che si svolge sulla rete stessa. Nell’ambito di tale attività si è inteso affrontare la problematica della sicurezza stradale all’interno dei centri abitati, dove si registra oggi il 70% degli incidenti il 40% dei morti ed il 75% dei feriti. E’ stato pertanto predisposto il documento “Linee guida per la redazione dei piani urbani della sicurezza stradale” che si allega e che costituisce atto di indirizzo per le Amministrazioni comunali e provinciali tenute, ai sensi dell’art. 36 del Nuovo Codice della strada, alla redazione, all’adozione, all’attuazione ed all’aggiornamento del Piano urbano del traffico. Lo stesso documento rappresenta anche un utile riferimento per le Amministrazioni che, pur non essendo tenute alla redazione del Piano Urbano del Traffico, vogliono porre la dovuta attenzione ai problemi della sicurezza stradale nell’ambito dei propri centri abitati".

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Strade Italiane

SEGUE... "Gli Indirizzi Generali del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale individuano quattro aree o campi di intervento prioritari: sistemi infrastrutturali di massimo rischio, aree urbane e strutture territoriali, utenti deboli ed utenti a rischio, incidenti stradali sul lavoro. Considerato che una elevata quota di incidenti che coinvolgono utenti deboli, utenti a rischio e persone durante il lavoro o che si recano al lavoro, si verifica in area urbana, si comprende che gli Indirizzi Generali del Piano Nazionale attribuiscano agli interventi in area urbana una funzione strategica per il raggiungimento dell’obiettivo comunitario, pienamente fatto proprio: ridurre del 40% il numero di morti e feriti entro il 2010. Le Linee Guida di Attuazione del Piano Nazionale individuano come strumenti di azione i Progetti per la sicurezza stradale, sviluppati ed attuati dagli Enti proprietari e gestori della rete stradale (con prevalente riferimento alle Regioni ed al sistema delle Amministrazioni locali) e da altri organismi (pubblici e privati) interessati alla sicurezza stradale. Il Piano dovrà fornire i criteri per la definizione dei Progetti per la sicurezza stradale ed incentiverà, tecnicamente e finanziariamente, sia la redazione e l’adozione di progetti finalizzati a determinare in modo specifico e puntuale gli interventi per migliorare i livelli di sicurezza stradale, sia la realizzazione di interventi infrastrutturali specifici sul sistema. Tali interventi dovranno essere finalizzati a migliorare le condizioni di sicurezza stradale e ridurre il numero delle vittime relativamente: alle aree urbane (o a porzioni di queste) e ai sistemi territoriali (ad esempio la viabilità e il traffico a livello provinciale o sovra comunale) con elevato tasso di mortalità e ferimento per incidenti stradali; agli utenti deboli (pedoni, ciclisti, conducenti di motocicli) e agli utenti a rischio (utenti della strada molto giovani e molto anziani); agli incidenti stradali che si verificano sul lavoro o durante il tragitto casa lavoro.
 Inoltre gli Indirizzi Generali del Piano Nazionale, partendo dalla constatazione che non sempre i Piani Urbani del Traffico (PUT) risultano adeguatamente orientati a migliorare le condizioni di sicurezza stradale, stabiliscono che nell’ambito del Piano Nazionale saranno definiti indirizzi e criteri per l’elaborazione dei PUT di seconda generazione, intendendo indicare con ciò strumenti che: comprendano esplicitamente obiettivi quantitativamente definiti di riduzione del numero di morti e feriti per incidenti stradali, distinguendo tra le diverse componenti di mobilità; siano dotati di strumenti per la verifica quantitativa dei risultati conseguiti (monitoraggio locale dell’evoluzione dei livelli di sicurezza nelle aree urbane); prevedano esplicitamente le misure e i provvedimenti da porre in essere qualora gli obiettivi di miglioramento della sicurezza stradale non vengano raggiunti o vengano raggiunti in modo del tutto parziale. 
Le Linee Guida di Attuazione del Piano Nazionale prevedono la promozione e la incentivazione, anche con cofinanziamenti, dei PUT di seconda generazione, orientati a determinare una mobilità sicura e sostenibile, con particolare riferimento al miglioramento della tutela delle utenze deboli (pedoni e ciclisti), associati a strumenti di monitoraggio dell’incidentalità e dei risultati conseguiti e dotati di un apparato di strumenti attuativi vincolati ai risultati in termini di riduzione del numero delle vittime di incidenti stradali".



Insomma, riteniamo che le giustificazioni addotte dalla Provincia di Padova per non aver predisposto assieme ai gestori delle strade di competenza Anas Spa e Veneto Strade Spa i Piani del Traffico per la mobilità Extraurbana siano chiaramente assurdi.

Per questo motivo è stato chiesto l'urgentissimo intervento delle Autorità competenti, Prefetto di Padova compreso, al fine sia ripristinata la legalità oggi chiaramente disattesa, ma sopratutto, venga rirpristinata la reale sicurezza delle strade anche della Provincia di Padova.

Non si può continuare a pretendere che il cittadino rispetti le regole, pagando come nel caso di Cadoneghe 65000 multe quando le prime a violare leggi, norme e regolamenti, sono quelle stesse Pubbliche Amministrazioni che incassano e incassano.


Pubblichiamo di seguito i documenti integrali.














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