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Riese Pio X (TV): Il caso dell’autovelox illegale sulla SP 667 continua, tra dati smentiti, denunce, accuse gravi e fleximan.

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  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 4 min

Da mesi ormai, a Riese Pio X, piccolo comune della provincia di Treviso, infuria una polemica che riguarda la legalità dell’autovelox installato lungo la Strada Provinciale 667. Un caso che ha assunto rilevanza non solo per le evidenti irregolarità tecniche e amministrative, ma anche per le implicazioni politiche e giudiziarie che stanno emergendo. Oggi quarta denuncia querela per sindaco e prefetto.

Nella notte del 25 aprile Fleximan si è rivisto
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Un autovelox fuori norma


Il punto centrale della questione è tanto semplice quanto grave: l’autovelox in funzione sulla SP 667 risulta privo di omologazione, condizione essenziale per la legittimità del suo utilizzo. Secondo l’articolo 192 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada, infatti, tutti i dispositivi di rilevamento della velocità devono essere omologati dal Ministero dei Trasporti. L’omologazione non è un semplice dettaglio burocratico, ma una garanzia per i cittadini: certifica che il dispositivo è conforme a standard tecnici precisi e affidabili. Nonostante ciò, l’amministrazione comunale, guidata dalla sindaca, Ombretta Basso, continua a difendere l’utilizzo del dispositivo, sostenendo che quel tratto di strada sia particolarmente pericoloso e teatro di numerosi incidenti, anche con esiti mortali. È proprio su questa giustificazione che si fonda la narrativa portata avanti dal Comune per spiegare la necessità dell’autovelox.


I dati ufficiali smentiscono la sindaca


Il Prefetto di Treviso Dr. Angelo Sidoti e la Sindaco Ombretta Basso
Il Prefetto di Treviso Dr. Angelo Sidoti e la Sindaco Ombretta Basso

Tuttavia, le dichiarazioni dell’amministrazione non trovano riscontro nei dati ufficiali. Le statistiche della Polizia Stradale e della stessa Provincia di Treviso – consultabili su richiesta da parte di cittadini o giornalisti – evidenziano che la SP 667 non è tra le strade più pericolose del territorio, né per frequenza né per gravità degli incidenti. Secondo le fonti istituzionali di Polizia Stradale e Provincia di Treviso, negli ultimi anni non si sono registrati numeri tali da giustificare misure così drastiche, come l’installazione di un autovelox fisso – peraltro privo dei requisiti legali – e nemmeno situazioni tali da configurare un’emergenza. I cittadini, quindi, si trovano di fronte a un uso distorto del concetto di “sicurezza stradale”, piegato per giustificare scelte amministrative che sollevano più di un dubbio, sia sotto il profilo legale che etico. Ricapitolando facendo fede ai dati riferiti a tutta la tratta della SP.667 risulta dai dati Polizia Stradale che: 2020 - 8 incidenti 7 feriti e 1 decesso / 2021 - 7 incidenti 6 feriti / 2022 - 9 incidenti 8 feriti / 2023 - 5 incidenti 4 feriti / 2024 - 3 incidenti 3 feriti. La provincia di Treviso invece riferisce che dal 2017 al 2021 si sono registrati in tutta la SP 667 9 incicenti con feriti e nessun deceduto.

Il Gazzettino del 26.04.2025
Il Gazzettino del 26.04.2025

L'attacco ad Altvelox e la denuncia per diffamazione


Come se non bastasse, la sindaca si è spinta ieri ad attaccare noi dicendo: "...Purtroppo nella nostra società esiste chi non sa rispettare le regole della convivenza civile, alimentato da note associazioni che, anche attraverso i social, fomentano ostilità verso strumenti di controllo e sicurezza...". Anche se il sindaco non ci ha menzionati direttamente è evidente faccia riferimento ad Altvelox unica Associazione che da anni si batte affinchè questo autovelox sia spento.

Una denuncia per diffamazione aggravata, è stata cosi presentata dall’associazione Altvelox, da tempo impegnata nel monitoraggio della legalità degli autovelox in Italia. Parole gravi, che hanno avuto un impatto forte sull’opinione pubblica e che rischiano di delegittimare l’azione di un’associazione che, nel pieno rispetto delle regole democratiche, esercita il diritto – e il dovere – di vigilare sull’operato delle amministrazioni pubbliche. L’associazione ha quindi deciso di procedere legalmente per tutelare la propria immagine e ristabilire la verità dei fatti.


Un problema di legalità e trasparenza


Ciò che emerge con chiarezza da questa vicenda è un preoccupante atteggiamento di chiusura al confronto e scarsa trasparenza da parte dell’amministrazione. Invece di affrontare le criticità sollevate con spirito costruttivo, si preferisce alzare un muro difensivo e accusare chi pone domande scomode.

Ma la legalità non è negoziabile, e la fiducia dei cittadini si costruisce proprio attraverso il rispetto delle regole. Non si può invocare la sicurezza stradale per giustificare l’uso di strumenti non conformi alla legge, perché in tal modo si rischia di scivolare in un pericoloso arbitrio amministrativo, che non giova né alla sicurezza né alla credibilità delle istituzioni locali.

Verbale denuncia querela del 26.04.2025
Verbale denuncia querela del 26.04.2025

Il rischio di un abuso di potere


In questo contesto, è inevitabile che molti cittadini percepiscano l'autovelox non come uno strumento di prevenzione, ma come un mezzo di repressione o di facile introito per le casse comunali. Un’interpretazione che, seppur dura, trova terreno fertile proprio a causa dell’opacità e della mancanza di ascolto da parte dell’amministrazione. La richiesta di Altvelox e di molti cittadini è chiara: ripristinare la legalità, disattivare l’autovelox non omologato, e aprire un tavolo di confronto serio, basato su dati oggettivi e soluzioni condivise per migliorare la sicurezza della SP 667, se davvero ce ne fosse bisogno.


Conclusione


La democrazia si misura anche e soprattutto nella capacità di accettare la critica, rispettare la legge e dialogare con la cittadinanza. Continuare a ignorare i dati, le norme e le richieste legittime dei cittadini rischia di minare non solo la fiducia nelle istituzioni, ma anche il principio fondamentale della legalità. In nome della sicurezza stradale, non si può calpestare il diritto. E a Riese Pio X, oggi più che mai, questo principio merita di essere difeso. Cosa che abbiamo fatto formalizzando ennesima denuncia querela in capo al sindaco, prefetto e presidente e dirigente polizia locale dell'unione dei comuni marca occidentale.


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