I Piani di sicurezza delle strade nelle Provincia di Belluno non sono mai stati predisposti e di peggio, il Prefetto che ha obbligo di segnalazione delle Amministrazioni inadempienti non ha mai mosso un dito per fare rispettare questo obbligo di legge. Al contempo Prefetto e Polizia Stradale hanno autorizzato 14 autovelox che hanno portato nei bilanci dei comuni inadempienti milioni di euro. Oggi ne devono rendere conto.
PREMESSA
Facciamo chiarezza, non siamo impazziti ma non ci piace neppure essere presi in giro ed allora dobbiamo continuare a cercare giustizia con gli strumenti che quella stessa giustizia ci mette a disposizione.
Facciamo un passo indietro per farci capire anche da chi non ci segue assiduamente... Da anni questa Associazione ha rilevato, comprovato documentalmente e denunciato in ogni modo e forma possibile, che le Amministrazioni comunali della Provincia di Belluno che fanno uso di autovelox in nome della sicurezza stradale, non hanno predisposto come in loro obbligo dal 1993 i piani di sicurezza delle strade. Medesima inadempienza è stata comprovata e denunciata per l'Ente Provinciale di Belluno che, non ha mai predisposto e ovviamente neppure aggiornato i piani di sicurezza per le strade extraurbane (proprio quelle degli autovelox), inadempienze che il Prefetto di Belluno aveva obbligo, contestare e segnalare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti affinchè fossero predisposti d'Ufficio.
L'articolo 1 del Codice della Strada recita: "La sicurezza e la tutela della salute delle persone nonche' la tutela dell'ambiente, nella circolazione stradale, rientrano tra le finalita' primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato"
LA NORMA
I piani di sicurezza del traffico sia URBANI che EXTRAURBANI sono obbligatori dal 1993 sono disciplinati dall'articolo 36 del Codice della Strada e devono essere aggiornati ogni due anni.
I Piani del traffico, sono obbligatori in quanto finalizzati ad ottenere, tra le altre prescrizioni, il miglioramento delle condizioni di circolazione e della sicurezza stradale. In base a tali piani è possibile apportare interventi e modifiche al piano viario e alla segnaletica stradale, ivi incluse le prescrizioni – verifica delle condizioni di idoneità - per l’eventuale posizionamento di eventuali sistemi di rilevamento della velocità statici o mobili in relazione al tratto di strada interessato.
Il PUT é uno strumento OBBLIGATORIO di pianificazione sotto ordinato rispetto allo strumento urbanistico vigente (es. Piano Regolatore Generale), tuttavia il PUT stesso può introdurre eccezionalmente opere infrastrutturali che il PRG può recepire attraverso l’istituto della variante urbanistica nelle forme previste dalle vigenti norme in materia. In funzione del grado di dettaglio delle proposte di intervento, il PUT viene articolato su tre successivi e distinti livelli di progettazione, rappresentativi anche del suo specifico iter di approvazione da parte degli organi istituzionali competenti: 1) PGTU (Piano generale traffico urbano) - 2) PPTU (Piani particolareggiati del traffico urbano) 3) PETU (Piani esecutivi del traffico urbano) e solo successivamente il PUMS (Piano urbano mobilità sostenibile).
Il Piano Generale del Traffico Urbano "PGTU", documento obbligatorio da aggiornare ogni due anni inteso quale progetto preliminare o piano quadro del PUT, relativo all’intero centro abitato ed indicante:
la politica intermodale adottata la qualificazione funzionale dei singoli elementi della viabilità principale e degli eventuali elementi della viabilità locale destinati esclusivamente ai pedoni (classifica funzionale della viabilità);
il rispettivo regolamento viario e delle occupazioni di suolo pubblico;
il dimensionamento preliminare degli interventi previsti in eventuale proposizione alternativa il programma generale di esecuzione degli interventi (priorità di intervento per l’esecuzione del PGTU);
PPTU – Piani Particolareggiati del Traffico Urbano, assunti quali progetti di massima destinati all’attuazione del PGTU e relativi ad ambiti territoriali più ristretti rispetto all’intero centro abitato (circoscrizioni, settori urbani, quartieri o singole zone urbane). Prevedono insiemi di interventi, realizzabili sotto forma di “lotti funzionali”, dei quali indicano il dimensionamento di massima con i rispettivi schemi di circolazione come ad esempio: progetti per le aree pedonali (AP) e per la salvaguardia della fluidità veicolare attorno ad esse;
istituzione di Zone a Traffico Limitato (ZTL) e di zone particolarmente sensibili all’inquinamento atmosferico individuate dal Piano di Intervento Operativo (PIO);
riorganizzazione delle linee, delle fermate, dei capilinea, dei punti e dei parcheggi di interscambio (con l’eventuale progetto di massima) tra i mezzi pubblici collettivi ed il trasporto privato;
elaborazione degli schemi dettagliati di circolazione per i diversi itinerari della viabilità principale e di servizio e delle loro intersezioni e del piano generale della segnaletica verticale;
organizzazione della sosta per gli eventuali spazi ad essa dedicati e dell’eventuale tariffazione e/o limitazione della sosta di superficie (strade ed aree).
La norma obbliga l'adozione dei piani di sicurezza delle strade ai comuni con più di 30mila abitanti. Ma obbliga tale adempimento anche a tutti i comuni con meno abitanti che per motivi di traffico, pendolarismo, turismo o altre problematiche fanno uso di strumenti elettronici per il rallentamento del traffico. E' evidente quindi che un comune che utilizza l'autovelox debba avere il piano urbano del traffico.
Senza i Piani Urbani del Traffico difetta un’ulteriore condizione basilare per poter realizzare in concreto quella “sicurezza stradale” imposta dall’art. 1 del C.d.S., tanto millantata dai sindaci, prefetti e comandanti delle polizia locali per farci credere di usare gli autovelox per la nostra sicurezza e non per i loro bilanci o interessi diversi.
In tutto questo l'articolo 36 c.10 Codice della Strada, dispone che: “I comuni e gli enti inadempienti sono invitati, su segnalazione del prefetto, dal ((Ministero delle infrastrutture e dei trasporti)) a provvedere entro un termine assegnato, trascorso il quale il Ministero provvede alla esecuzione d'ufficio del piano e alla sua realizzazione.”
Per questo, abbiamo oggi il fondato motivo di ritenere che anche in capo ai Prefetti e Dirigenti delle Sezioni Polizia Stradale competenti per territorio, vi siano delle responsabilità di carattere oggettivo e penale, in quanto con la loro azione/omissione è stato consentito l’installazione di autovelox illegali in assenza dei piani di sicurezza delle strade. Le responsabilità vanno quindi ricercate nelle fasi istruttorie condotte dai Prefetti e delegate alla Polizia Stradale competente per territorio, in quanto non sarebbero state effettuate corrette valutazioni, omettendo anche le inadempienze predette oltre a quelle non meno importanti sul tasso di incidentalità e sulle caratteristiche plano altimetriche delle strade che, non ci risultino avere le caratteristiche minime previste dall'art.2 C.d.S. per essere qualificate strade extraurbane che spesso rileviamo e contestiamo.
LE DENUNCIA
Lo scorso mese di ottobre abbiamo formalizzato al Dirigente della Polizia Stradale di Belluno il fatto compiuto delle inadempienze di tutti i comuni della Provincia di Belluno compreso l'Ente Provinciale di Belluno. Abbiamo quindi invitato ai sensi dell'articolo 361 del codice penale (obbligo di trasmettere notizia di reato da parte di un pubblico ufficiale), ad informare entro e non oltre cinque giorni la Procura della Repubblica di Belluno. Qualche settimana dopo abbiamo trasmetto allo stesso Dirigente un accesso agli atti D.L.241/90 chiedendo copia della trasmissione della notizia di reato alla Magistratura competente. Sapete cosa ha risposto... aprite il documento sotto riportato e fatevi una opinione. Il Dirigente Luciana GIORGI non ha fornito i documenti richiesti trincerandosi dietro a delle norme burocratiche che permettono alla pubblica amministrazione di non consegnare particolari documenti, come ad esempio quelli catalogati come SEGRETO DI STATO.
Il dirigente non consegna quanto in suo obbligo d'ufficio, da mesi e mesi continua a rispondere ai nostri associati che le amministrazioni non hanno obbligo di adottare i piani di sicurezza e oggi risponde che ci sono delle indagini di polizia giudiziaria in corso... bene staremo a vedere noi non ci fermeremo qui sino a quando non verrà a galla la verità e la giustizia.
Capirete che siamo arrivati al colmo dei colmi ed allora oggi abbiamo denunciato il Prefetto di Belluno, il Dirigente della Polizia Stradale di Belluno e anche il suo diretto superiore Dirigente del Compartimento Polizia Stradale di Bolzano per i presunti reati presunti di falsità materiale e ideologica commessa da un Pubblico Ufficiale, omissione rifiuto di atti d'Ufficio e attentato alla sicurezza stradale, il tutto finalizzato alla truffa visto che stiamo parlando di tanti e tanti soldi dei cittadini presi dai comuni in nome della sicurezza stradale...
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