Sono stati disseminati indiscriminatemente su tutte le nostre strade, se ne vedono ovunque di arancioni, di blu o semplicemente grigi, sono pericolosi, vietati dalla legge e inutili ai fini sanzionatori, ma le amministrazioni se ne fregano.
COSA SONO I VELOBOX
Dei contenitori vuoti in plastica o metallo di colore blu, arancio o semplicemente grigio, adagiati sul margine della strada. Obiettivo? Scoraggiare il guidatore dal superare i limiti di velocità. Secondo quando affermato da Maurizio Lupi nel marzo 2014, al tempo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, gli autovelox finti non possono essere classificati come dispositivo o segnaletica del codice della strada.
L’ex ministro, ha citato ben nove pareri contrari, risposte date a Comuni che chiedevano se fosse lecito piazzare sui bordi delle strade i box di plastica colorati. Purtroppo sembra che la soluzione non sia semplice dato che i box non sono previsti dal Codice della strada e per questo motivo non esistono particolari prescrizioni.
SCATOLE VUOTE CHE SI ATTEGGIANO AD AUTOVELOX
Pericolosi ed illegittimi, spesso nascosti oramai da arbusti e sterpaglie, infrasttutture trascurate dalle amministrazioni consapevoli che la legge impedisce loro di utilizzarli per il rilevamento delle velocità, ma nonostante questo, se ne fregano e le lasciano a dir loro, per la prevenzione ed il rispetto dei limiti, senza però pensare che una di quelle scatole vuote, vista da un automobilista all'ultimo istante, potrebbe realmente causare degli incidenti a causa di brische frenate.
Zero sanzioni come detto, perché non possono essere inflitte da impianti fissi su strade con quelle caratteristiche, tranne che ci sia presente una pattuglia della polizia locale con un vero impianto di rilevazione. Milioni di euro spesi dalle amministrazioni per questi manufatti e la domanda è: "Potevano essere spesi meglio questi soldi?" Secondo noi sì. Il loro intento sembra essere quello di proteggere i pedoni e il flusso veicolare in genere e di ridurre la velocità, ma ci chiediamo perché non usare quei soldi per creare attraversamenti pedonali con dossi, segnalati per bene e con impianti di illuminazione dedicati, e poi creare corridoi protetti e riservati ai pedoni, magari senza le sterpaglie che impediscono il camminamento entro la carreggiata, soprattutto nel periodo estivo.
COSA DICE IL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE
Riportiamo testualmente dal sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: “La loro eventuale dislocazione a bordo strada dovrebbe considerare la possibilità che tali manufatti possano costituire ostacolo fisso, ancorché posti al di fuori della carreggiata. L’unica cautela da prendere nel posizionarli è la comune diligenza, in modo che nessuno si faccia male urtando i box, che in ogni caso hanno una base in cemento. Il vero divieto, stabilito per legge, è di effettuare controlli automatici di velocità nei centri urbani (salvo sui viali di scorrimento). Un autovelox in quei box si può mettere solo per il tempo in cui si riesce a farlo presidiare da un vigile: senza presidio è solo un contenitore colorato".
LE IENE
Sulla questione sono intervenute anche le famose Iene, che hanno confezionato un interessante servizio che ha portato alla luce un dettaglio disastroso: alle pubbliche amministrazioni questi autovelox finti sono stati venduti a un prezzo esorbitante. Tipo ad € 3.000, quando un privato poteva acquistarlo a soli € 150. D’altro canto è solo un contenitore vuoto in plastica colorata.
ll succo del servizio: migliaia di amministrazioni locali, hanno pagato fior di denari pubblici per delle colonnine in plastica colorata che sono irregolari. E in più, come sottolinea il servizio, senza sapere a chi dato che la società che li commercializzava è intestata a due fiduciarie che si occupano di occultare i reali titolari.
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